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Io e mia sorella - Dal ginecologo (II)


di pollicino
21.05.2021    |    22.573    |    3 9.5
"Ad ogni modo, dopo essersi infilato i guanti in lattice ed essersi passato sopra un gel lubrificante (inutile, dato lo stato della troia) si mise a..."
1. Premessa.

Salve! Questo racconto prende avvio da una visita medica davvero incredibile, a cui accompagnai tempo fa la mia sorellona, Giorgia, la quale sembra divertirsi un mondo quando riesce a mettere in imbarazzo la gente...

2. Una insolita richiesta.

Ebbene, una mattina come tante, mentre stavo lavorando a studio, ricevetti una sua telefonata:
- “Marco, ciao, scusa il disturbo, ma devo chiederti un piacere grande…”.
Io rimasi un momento a riflettere, ma poi – visto lo splendido rapporto che ci unisce – le risposi:
- “Ciao… dimmi pure, sono tutto orecchie”, sdrammatizzai.
E lei, senza girarci tanto intorno, mi spiattellò lì:
- “Vedi, dovresti accompagnarmi dal ginecologo, quel cornuto ha sempre da fare e io non voglio andare da sola, è la prima volta e non lo conosco nemmeno…”.

Ci riflettei su… Certo era una richiesta alquanto imbarazzante, e io cercai di sottrarmi, poiché oltretutto non lo ritenevo opportuno, prefigurando anche tutto il disagio che avrei patito:
- “Scusa Giorgia, ma è un dovere di tuo marito! Io al posto suo ne sarei felice!”.
Ebbi, però, la sconveniente idea di aggiungere quell’ultima frase: “Io al posto suo”, e lei ne approfittò, sapendo bene che alle sue richieste non avevo mai saputo dire di no:
- “E allora, qual è il problema? Vieni! Oltretutto, mi conosci intimamente meglio tu di lui”.

Cedetti… e mi ritrovai sotto casa sua, pronto per questa nuova avventura in cui mi stava coinvolgendo mia sorella…

3. La visita.

Preso dai miei ragionamenti, ci ritrovammo insieme nello studio di quel medico… La segretaria ci fece accomodare in sala d’aspetto e quando venne il suo turno fummo introdotti alla presenza del professionista…

Per la verità, non conoscendomi, l’assistente – sbarrandomi il passo – mi spiegò, con un sorriso arcigno:
- “Lei, per piacere, aspetti qui”

Ma mia sorella non era minimente intenzionata a “mettere in scena” il suo show da sola, e guardandola dura in volto, replicò:
- “O lui entra (doppio senso?), o io esco. E’ con me, e con lui dentro (altro doppio senso??) mi sento più tranquilla”.
Perciò, dopo un breve “negoziato”, la megera (avrà avuto una settantina d'anni) mi lasciò passare...
Per il dottore, invece, che nel frattempo – sentendo tutto quel trambusto – era uscito dalla stanza, non c'erano problemi, evidentemente pensando che io fossi il marito...

Insomma, finalmente la visita iniziò con una serie interminabile e incomprensibile (per me) di domande, che mi imbarazzarono e non poco, mentre a lei parvero stuzzicarla parecchio.

Le domandò, per esempio, se faceva sesso anale, e quella sfacciata cosa si inventò di rispondere?
- “Si dottore, lo prendo regolarmente!”.
Dopo di che, Giorgia mi guardò con un sorrisino, come a dire: “hai visto che ho avuto il coraggio di dirlo?”.
Tempo addietro, infatti, a letto, dopo esserci concessi un’esemplare inculata, avevamo fantasticato sul fatto che lei avesse o meno il coraggio di raccontarlo al nuovo ginecologo…

A quel punto il dottore, compreso bene il soggetto che aveva davanti, e non volendo dare adito ad altri sottili (ma non tanto) “giochetti” da parte di lei, decise di passare subito alla seconda parte della visita, e le disse:
- “Signora, si può accomodare dietro a quel paravento, si spogliarsi e poi si sdrai sul lettino...”.

Giorgia non aveva mai avuto problemi a mostrare il suo corpo senza veli, anzi la cosa la eccitava, e così – falsamente timorosa – fece come il dottore le aveva chiesto.
Con un “piccolo” fuoriprogramma: tolse il paravento!!!!

Quando la vidi in quello stato, benché non ci fossi abituato da tempo, ebbi da sopra i pantaloni un’erezione istantanea: tutta “colpa” della sua 5 misura di tette leggermente pendenti e issate al vento, e delle sue cosce aperte...
Non ne fui sicuro, ma mi parve di vedere là in mezzo la fica umidiccia: era sicuramente l'eccitazione che provava per la consapevolezza del mio evidente rigonfiamento inguinale, e che non eravamo soli...
Mi passò vicino e mi bisbigliò:
- “Porco, stai calmo, che non hai ancora visto nulla dello spettacolo”.

Stesa sul lettino, stavolta ad essere imbarazzato era il medico, per via del fatto di doverla visitare in presenza di un altro uomo...

Ad ogni modo, dopo essersi infilato i guanti in lattice ed essersi passato sopra un gel lubrificante (inutile, dato lo stato della troia) si mise a palpeggiarla in modo assolutamente professionale...
Che avrei dato per "aiutarlo" io ad esaminare una patata che conoscevo alla perfezione!!!! Potevo certamente dargli ottimi “consigli”…

Vidi quella mano scivolare dentro attraverso la sua fessura, fino quasi al polso, e poi rigirasi al suo interno, per esplorarla centimetro a centimetro.
Giorgia era eccitata al massimo, e mancava poco alla sua “detonazione”: infatti, dopo qualche istante, vidi tutto il suo corpo sussultare, il bacino si sollevò di qualche centimetro dal lettino, e lei gridò al medico:
- “Viaaa… Togliti di là!!!”.

Il ginecologo non fece in tempo, e mia sorella lo investì con un potente getto della sua bella squirtata…

4. Altre provocazioni.

Finita la visita, pensai che le "provocazioni" che quel diavolo di donna si era inventate erano finite lì... E invece...

Una volta rivestita la “paziente”, il dottore – credendomi suo marito – mi salutò e mi disse:
- “Sua moglie è sana come un pesce”.

Quel pover'uomo lo disse senz’altro alcuna ironia né secondi fini, ma Giorgia si voltò verso di me e mi fece uno dei suoi proverbiali sorrisini da troia...
Dopo di che, lei, al massimo dell'eccitazione che non era seconda alla sua sfacciataggine, e parlando ad voce alta di modo che tutte le clienti in attesa sentissero, lo riprese:
- “dottore, lui non è mio marito, ma mio fratello, è con lui che faccio del buon sesso anale!”.

Avrei voluto scappare, ma invece uscimmo tenendoci per mano, e ridendo come matti...
In quei momenti, la sentii ancora più mia: mia sorella, mia complice, ma soprattutto mia femmina!

Così arrapati com’eravamo, salimmo in macchina e ci dirigemmo di corsa verso un parco – che conoscevamo benissimo perché teatro di molte nostre “performance” – e li ci spogliammo completamente nudi, e ci lasciammo andare correndo il rischio (ma ciò ci diede una scarica aggiuntiva di adrenalina) di essere beccati...
FINE.
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